Shiatsu News 60 - giugno-luglio 2018
25 n. 60 - Giugno 2018 intervi ste zamento sul segno, erano tutte propositive, con proposte già proiettate verso un’azione futura e questo secondo me è molto impor- tante. D: avevi accennato al rapporto con il Giap- pone, perché è stata esportata anche in Giappone questa esperienza. Il rapporto col Giappone incredibilmente na- sce a Lamezia Terme con il progetto “Arte ed Educazione: la scuola per il cambiamen- to”, in questo momento Lamezia è l’ombeli- co del Mondo, perché questa ambasciatrice del TP Savina Tarsitano aveva invitato que- sti rappresentanti di Kids’ Guernica (IL PRO- GETTO KIDS’ GUERNICA, “la pace dipinta dai bambini”, è un progetto internazionale d’arte. Protagonisti assoluti, i bambini: sot- to la guida di pittori o insegnanti d’arte essi esprimono la loro idea di pace. Il tutto su una tela delle dimensioni di “Guernica” (3,5 x 7,8m), il capolavoro di Picasso realizzato nel 1937 per protestare contro il bombarda- mento dell’omonima cittadina basca. Il cam- mino è iniziato nel 1995, proprio nell’anno del cinquantesimo anniversario della secon- da guerra mondiale. Il promotore fu l’ART JAPAN NETWORK; “Kids-Guernica” è un pro- getto nato in simultanea in Giappone e ne- gli USA espandendosi nel corso degli anni e consentendo la realizzazione, fino ad oggi, di circa 300 tele realizzate da bambini e co- munità locali di tutto il mondo. Il progetto mette in evidenza l’importanza dell’educa- zione attraverso l’arte per un cambiamento sociale . Sensibilizzare le comunità locali, le scuole, sull’importanza dell’educazione at- traverso l’arte e la creatività su tematiche come l’ambiente, la solidarietà, la trasfor- mazione responsabile, l’integrazione socia- le. Il cambiamento deve partire dalle scuo- le, deve insegnare alle nuove generazioni la necessità della responsabilità verso il nostro pianeta e di agire collettivamente) che se- guono questo progetto, che va avanti da più di vent’anni ormai e che è molto interessan- te, legato a Picasso. Questo lavoro porta Pi- casso, che è uno spagnolo, in quello che è stato un mural che non è mai stato un vero mural, nel senso che l’idea di Picasso è stata fin da subito che l’opera doveva essere qual- che cosa che doveva viaggiare. Tant’è vero che la tela di Picasso ha viaggiato! E questo è importante perché poi racconta la guer- ra attraverso un colore, il bianco, il nero, il grigio, le varie tonalità, però nella stessa tela c’è anche la speranza, che nella moder- nità è rappresentata dall’elettricità, quindi, questa lampada che è presente nel dipin- to. E questa cosa poi riportata ai ragazzi, di andare a spiegare ai ragazzi l’obbrobrio, il terrore della guerra, fra l’altro lo scorso anno ad aprile ci sono stati i settant’anni da questo bombardamento, che poi era un esperimento, vale a dire l’utilizzo di una cit- tadina spagnola per sperimentare l’effetto che poteva avere un bombardamento pe- sante sulla popolazione e non solo, come tecnica di guerra. Un’assurdità, persone che sono morte per un esperimento di questo tipo. Poteva essere una qualsiasi cittadina del mondo, è stata quella per un puro caso, perché dicevano che lì fabbricavano le armi, e questo mi ricorda molto l’attualità, e que- sta loro attività legata al ricordo li ha portati a Lamezia Terme. È stato bello perché c’era un tavolo dove ci siamo presentati e ognuno raccontava le proprie esperienze, e vi erano anche due spagnoli di San Sebastian ai qua- li ad un certo punto abbiamo chiesto “scu- sate ma voi che ci fate qui?” e loro hanno risposto dicendo che avevano letto su inter- net dell’iniziativa e dunque erano venuti a Lamezia Terme. Io non so quanta gente da San Sebastian arriva a Lamezia, che doveva diventare città della cultura e quindi, era- no interessati all’iniziativa, e da lì parlando con questo professore giapponese Takuya Kaneda abbiamo iniziato a parlare del TP e lui ha affermato che la cosa a loro piaceva tantissimo e i giapponesi per il simbolismo sono abbastanza forti diciamo così, “perché mi ricorda quello che facciamo noi, ci sono molti punti di contatto” diceva, ed è stato lui che ad un certo punto ha detto “facciamo ora una tela del terzo paradiso, cogliendoci un poco alla sprovvista. Io chiedo: “Quan- do”, lui risponde “adesso, dovete disegna- re il TP”, “con che lo disegniamo?”, “Senti Giovanna, dammi un pezzo di corda e una matita” dissi, ed il primo è stato disegnato in quella maniera, “poi ragazzi per mezz’ora lasciatemi da solo” perché la tela è enorme, ci devi passare sopra per forza e quindi, tu la vivi appieno, questo fatto di esserci sopra, tant’è vero che ci sono molte immagini di bambini che sono sopra la tela a piedi nudi, sempre molto vissuta. E da lì abbiamo fatto il disegno del TP, che poi ha iniziato a viag- giare, ed ha portato sempre più il gruppo dei giapponesi ad interessarsi del TP a tal punto che ora sono diventati ambasciatori del TP.
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