Shiatsu News 60 - giugno-luglio 2018
27 n. 60 - Giugno 2018 intervi ste Però normalmente il bianco viene vista come parte positiva, non esiste parte positiva o negativa, questa appartenenza la decidiamo noi. D: è proprio sulla dualità che si basa la no- stra pratica, ed è molta parte della nostra filosofia Certo, è anche per questo che la connessio- ne si trova facilmente, il duale è il rapporto con l’altro. Michelangelo quando inizia, comincia dallo specchio, lo specchio è il vedersi al contra- rio, quello che succede, anche nelle foto tu osservi come l’altro ti vede, e quindi, quel contrario non sei tu ma è l’altra parte di te, quindi, ti devi per forza raffrontare. Non esi- ste la tua immagine da sola ma esiste la tua immagine perché c’è l’altro, perché se uno sta da solo al mondo quanto può durare? È finita! D: anche le metafore dello specchio sono molto utilizzate nelle nostre filosofie C’è un’altra cosa molto bella di Michelange- lo che dice “se io voglio entrare nello spec- chio”, come Alice nel paese delle meraviglie, è una metafora. Tuttavia se noi pensiamo al come si può entrare nello specchio, lo si può fare solo tornando indietro, quindi, pen- sando al nostro passato, capendo il nostro passato. Man mano che mi allontano dallo specchio e vedo la mia immagine che entra nello specchio, quindi, per guardare verso il futuro devo guardare al passato. Nel momento in cui sono davanti allo spec- chio quello è l’unico momento vero, perché l’immagine riflessa un momento prima non c’era, un momento successivo non ci sarà, e dunque quello è il momento vero, unico momento vero. Il resto è narrazione, oppure provo a predirlo, tuttavia il momento vero è ora! Fra poco ci alzeremo e questo diventerà passato, avremo memoria scritta dell’incon- tro, Valentina ti manderà gli appunti, pero in questo momento il TP è la produzione di idee, creazione di relazione, che è fatta di quello che eravamo prima, dal 2011 in poi, con Michelangelo, e il futuro lo vedremo. Si- curamente ci vedremo alla Città dell’Arte. D: di questa bellissima opera che hanno prodotto Monica e Valentina che ne pensi? Questa è una cosa che personalmente mi rende molto felice, personalmente, perché è un tipo di espressione che racconta loro ma racconta anche tutto il movimento e mi pia- ceva molto anche quella dello scorso anno, dove vi erano anche loro al lavoro. La tela manifesta la rappresentazione del movi- mento, ma loro intente al lavoro rinforzano e manifestano il movimento. Il loro movi- mento rafforza l’idea del movimento intrin- seco, e quindi, è insito l’atto creativo e la cosa bella è che è nata in maniera sponta- nea, quindi mi sono anche un po’ rivisto in quello che è stato fatto, nella scelta dei co- lori, dei pennelli e tutto il resto. E poi, ripe- to, il simbolo per come è stato disegnato da loro, che rimane aperto, quindi, che è anche diverso da quello del TP, quindi, c’è questa apertura che poi come può essere vista, da una parte che c’è il passato o il futuro? C’è lo spirito o c’è l’anima? c’è la realtà o il ter- ritorio? Quindi, ecco, è molto interessante. D: in conclusione possiamo dire che l’espe- rienza è stata positiva ed ha portato frutti Ha portato frutti e ne verranno ancora, per- ché con tutte le persone che mi hanno fer- mato nei corridoi e nelle sale, siamo rima- sti nella prospettiva di voler fare qualcosa. Sono contento anche perché come amba- sciatori del TP siamo quasi in tutte le regioni italiane e questo può portare anche a colla- borazioni sul territorio, cosa che è già suc- cessa lo scorso anno a Lecce e a Bologna, ed anche a Roma. Grazie, grazie, grazie… s.teruzzi@cittadellarte.it
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