Shiatsu News 60 - giugno-luglio 2018
42 n. 60 - Giugno 2018 Raccolta Secondo la tradizione erboristica occidentale va raccolto di notte o di mattina presto, si può seccare o farne un potentissimo oleolito che può essere usato sulla pelle o ingerito. Cresce ovunque nei campi con terreni ciottolo- si, ma soprattutto ai bordi delle strade. Usi in cucina L’iperico non ha trovato grande spazio nell’uso in cucina, ma i suoi fiori possono essere ag- giunti alle insalate per inserire una nota ama- ra molto particolare. L’uso negli infusi alcolici è molto più comune, sia come colorante che come amaricante. Di solito si usa lasciarlo in infusione in acquavite insieme ad altre erbe o semplicemente insieme a delle bucce di li- mone per 20 giorni, dopodiché si addolcisce a piacimento con zucchero di canna o miele e si lascia riposare per un paio di mesi prima di essere consumato. Oleolito di iperico Alcuni puristi consigliano di andare nei campi già con dell’olio extravergine di oliva a portata di mano per immergervi la pianta appena rac- colta in maniera da ottenere la massima po- tenza, ma fare questa operazione qualche ora dopo la raccolta basta a garantire un prodot- to di alta qualità ed efficacia. Si raccolgono le cime fiorite insieme alle foglie, senza recidere per intero la pianta. Una volta riempito un contenitore di vetro tra- sparente per due terzi senza pressare troppo le piante, versare sufficiente olio a coprire del tutto l’iperico, chiudere in maniera non erme- tica ed esporre al sole per un periodo minimo di due settimane, finché l’olio assume la colo- razione rossa caratteristica. Se l’oleolito è destinato solo ad uso esterno si può mettere il contenitore in pieno sole, in ma- niera che l’ossidazione necessaria ad attivare l’ipericina, e le altre componenti chimiche, av- venga in maniera veloce e completa, ma in questo modo l’olio subirà un’ossidazione e un erbe spontanee conseguente irrancidimento che lo renderanno poco buono per uso interno. Nel caso si voglia ottenere un oleolito che pos- sa essere ingerito è consigliabile seguire una procedura più delicata, ossia esporre il conte- nitore alla luce del sole per un’ora al giorno, per esempio mettendolo sul davanzale di una finestra che guarda ad est, che prenda la luce diretta del sole solo al mattino, girandolo di tanto in tanto. In questo caso l’ossidazione, che è comunque necessaria, avverrà nell’arco di 2-3 mesi. Il segnale che l’olio è pronto resta sempre il colore rosso che un bel giorno inizie- rà ad essere evidente. Una volta ritenuto che l’olio sia pronto, si fil- tra e si può aggiungere una piccola quantità di vitamina E come conservante, per evitare che con il tempo l’olio irrancidisca. In questo caso fare molta attenzione ad usare le dosi consi- gliate del tocoferolo, che deve essere acqui- stato in farmacia o in erboristeria. L’oleolito così ottenuto si conserva molto bene se chiuso ermeticamente e al buio, per ben ol- tre due anni. Tisana di iperico Le cime fiorite possono essere essiccate in un luogo fresco e buio, ed essere usate in seguito per farne un’ottima tisana immunostimolante e calmante. Per prepararla portare a bollitura un litro di acqua e aggiungere a fuoco spento un cucchiaio colmo di cime secche. Coprire e lasciare in infusione anche per un’ora, finché l’acqua si sarà colorata di rosso. In alternati- va si può far bollire l’iperico per una decina di minuti insieme all’acqua, e poi lasciarlo in in- fusione per altri 10 minuti, ma in questo caso il risultato sarà una tisana un po’ meno ricca di principi attivi. Una volta ottenuto l’infuso si può riscaldare dolcemente, senza portarlo a bollitura e si può gustare nell’arco della giornata insieme a del miele o con l’aggiunta di poche gocce di limo- ne.
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