Shiatsu News 45 settembre - ottobre 2014

materia e l’opposizione fra anima e corpo – caratteristici della tra- dizione occidentale – e la conse- guente distinzione fra il sensibile ed il razionale. Il termine xin indica la mente ma anche il cuo- re, vale a dire la sede del pensiero e allo stesso tempo delle emozio- ni e delle reazioni sensoriali. La funzione razionale non è intesa in Cina come la più alta nell’uomo, contrapposta alle passioni e agli istinti. La ragione non è neppure prerogativa dell’anima che, se- condo la dottrina ad es. cristiana, avrebbe la capacità di discernere fra il bene e il male, e di compiere liberamente il bene o il male. In Cina si preferisce un univer- so in continua trasformazione , costituito da una sostanza fonda- mentale, la cui dinamicità (evo- luzione ed involuzione, nascite e morti, contrazione ed espan- sione) è dovuta alla polarità di energie opposte ma complemen- tari. In Cina è assente una conce- zione assoluta ed esclusiva degli opposti, intesi piuttosto come bipolarità complementari, come interazione e alternanza, a par- tire dalla prima nell’ambito co- smogonico e creativo, quello fra il Cielo e la Terra . Fertile e cre- ativa, nutriente e rigogliosa, la Terra racchiude in sé sia le carat- teristiche più poetiche di grembo accogliente e materno che acco- glie la vita e la nutre, che quelle più “pratiche” della costanza, la pazienza, la forza. La Terra è al tempo stesso materna e nutriente, ed anche pratica, concreta, solida e potente. Con il termine di Terra (Di ) nella cultura classica Ci- nese, si fa riferimento al pianeta su cui compare la vita, opposto al Cielo (Tian ), di natura Yin ( )come quello è Yang ( ), sede di permanenza dell’uomo, che dalle influenze terrestri e ce- lesti, deriva. Nella mitologia co- smogonica taoista dunque, non c’è nessun demiurgo, nessuna divinità creatrice, ma un’unica legge pervasiva e ordinatrice rappresentata dal Tao, motore dell’Universo, concepito come un principio impersonale da cui promana tutta la realtà. Il più an- tico racconto cosmogonico cine- se, risalente al II secolo a.C., nar- ra del tempo in cui Cielo e Terra non avevano ancora preso forma e l’unica cosa esistente era una tenebra profonda, insondabile e desolata. Il Tao si trovava, infatti, inizialmente in uno stato chia- mato Wu Chi ( ), termine tra- ducibile come “Vuoto” o “Non Essere”, che consiste nella totale assenza di differenziazioni: a questo livello il Tao è sconfinato, invisibile, senza qualità e senza nome e coincide con l’inizio e la fine di tutte le cose. Il Tao si con- figura, quindi, come sconfinato vuoto primordiale , dal quale in un secondo momento presero forma, attraverso lo sprigionarsi di soffi energetici sottili, le di- mensioni dello spazio e del tem- po. Dal Wu Chi si pervenne al Tai Chi ( ), l”Essere” o “Grande Uno”, stato dal quale si svilup- parono la coppia di principi, tra loro opposti ma complementari, più universalmente nota del si- stema taoista: lo Yin e lo Yang. Gradualmente, poi, i soffi ema- nati dal Tao assunsero una con- sistenza materiale: l’essenza più leggera e pura, diffondendosi, diede forma al Cielo, mentre le particelle più pesanti e grosso- lane tracciarono i contorni della Terra. I soffi d’energia sprigionati dal Cielo e dalla Terra costituiro- no lo Yin e lo Yang, dalle cui forze n. 45 - Settembre 2014 NEWS 10

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