n. 40 - Giugno-Luglio 2013
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SPECIALE
XXIV CONVEGNO NAZIONALE
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non può mai venire dall’esterno, la scusa deve ve-
nire da te stesso, non dalla società, non dall’econo-
mia, non prendetevela con Berlusconi.
Per quanto riguarda invece le questioni corre-
late, ansia, depressione, diminuzione della li-
bido o energia sessuale, probabilmente sono
tutti problemi legati a questa insicurezza, eco-
nomia della situazione italiana ecc., cosa ne
pensa? Possiamo fare qualcosa con lo shiatsu,
forse perché lo shiatsu è anche contattare se
stessi, cosa ne pensa?
La denominazione generale dello shiatsu, in se,
non ha la forza di cambiare nulla, tuttavia tu come
terapista puoi cambiare tutto se cambi te stesso per
prima cosa. Allora puoi influenzare i tuoi clienti,
soltanto il nome shiatsu così in generale non ha la
forza di cambiare le cose. Se tu usi solo la parola
shiatsu, fai solo una sorta di pre impressione alle
persone che non conoscono te, quindi una cosa è
lo shiatsu e un’altra cosa sei tu come persona. Que-
sto è il pericolo che si corre nel parlare solo dello
shiatsu. Qui bisogna cambiare se stessi, bisogna in-
terrompere, cambiare questa definizione e questa
è una difficoltà oggettiva, molto complessa; è an-
che un problema che entra a livello personale. Tut-
tavia le persone che hanno compiuto questo pas-
so, riescono a sopravvivere in senso professionale,
ad avere un grande successo, ad essere famosi a li-
vello internazionale e mondiale e possono andare
in qualsiasi posto del mondo; questo è quello che
penso. Quindi voi dovete incoraggiare ogni indivi-
duo a compiere questo passo, e ogni congresso è
un buon momento per ribadire questi concetti base,
onorare se stessi, il proprio nome. Bisogna cerca-
re di vedere le cose attraverso questa angolazione.
Ho perso vitalità, ho tanti problemi, il 60% dei pra-
ticanti magari abbadonano e tu sei magari l’unico
a sopravvivere se lavori così duramente. Dal mio
punto di vista questo è il momento più facile nella
storia dello shiatsu, non è un momento difficile, è il
momento più facile, tutto quello che abbiamo det-
to, difficoltà finanziaria, momento storico, i cam-
biamenti politici, le trasformazioni sociali, se visto
nell’ottica che vi ho espresso è il momento più faci-
le per lo shiatsu e per voi secondo mè. Ho già visto
questo in quarant’anni di pratica.
Interlocutoria: come dice una pubblicità attua-
le, in un momento in cui nessuno investe è il
momento migliore per investire.
Assolutamente, concordo, nessuno vuole più inve-
stire e dunque è un’ottima opportunità, quindi in-
vestiamo su noi stessi e sul nostro shiatsu. Investire
il proprio tempo, non è un lavoro partime, è un la-
voro che occupa tutto il tuo tempo, che ti coinvolge
completamente, clienti, attenzione, concentrazione,
ti dedichi ai clienti, li chiami, dai suggerimenti, sei
focalizzato su questo. Certo poi investi per profes-
sionalizzarti, studi, approfondisci, affronti libri di-
versi, attingi da internet.
Un aspetto che mi sembra molto interessan-
te è il non focalizzare e fissarsi tanto sullo sta-
to del ricevente, quanto di dare a lui una possi-
bilità nel rilanciare se stesso, dal punto di vista
del proprio eseere del proprio io, non focalizzar-
si sul sintomo in sé, qualto renderlo capace di
proiettarsi nel cambiamento della guarigione.
Esattamente così, molto, molto importante. Vi ar-
rivano diversi clienti ognuno al proprio livello,
non finanziario, ma a diversi livelli sociali, un in-
tellettuale, uno spirituale, un pragmatico, …, se tu
ti trovi in basso per educazione, esperienza, digni-
tà, risulterà difficile dare un trattamento che possa
permettere al ricevente di cambiare la sua condizio-
ne. Loro non prestano attenzione a te perché non
c’è connessione fra voi, solo quando ti trovi a quel
livello lì (indica in alto con la mano), sei nella posi-
zione di poter influenzare quella persona. Il terapi-
sta se vuole cambiare lui deve lavorare duramente
per posizionarsi in alto, per poter avere una certa
influenza sul cliente, altrimenti non avviene que-
sto momento di guargione. Il terapista deve trovar-
si in una posizione più elevata di quella del cliente
per poterlo influenzare positivamente. Non è così
facile ovviamente, come per me ad esempio, ho dei
clienti molto famosi in tutto il mondo, come Kissin-
ger, Agnelli, ecc., “Omio Dio, è impossibile per mè,
loro sono molto più in alto di me come status socia-
le”. Pensavo fosse impossibile influenzare un cam-
biamento, mi sentivo nervoso e per questo soffrivo:
“Vedete, questo è il nostro mondo, questo è il no-
stro modo di lavorare”.
Siamo convenuti ad una conclusione nel dire che
anche questa ottica diversa dal comune è certamen-
te interessante e soprattutto stimolante per coloro
che, come quasi la totalità dei partecipanti a questo
convegno 2013, hanno in qualche modo scelto di
percorrere questo sentiero chiamato shiatsu. Gran-
di ringraziamenti reciproci ed una promessa di ren-
dere partecipi Voi, cari lettori, di questa interessan-
te intervista.
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