re da concubine quando la mag-
giore andava in sposa, ma anche
la maggiore non aveva alcuna
possibilità di scelta perchè tutti
i matrimoni erano combinati in-
dipendentemente dalla volontà
e dai sentimenti degli sposi.
Alle donne era dunque richie-
sto di sottomettersi docilmen-
te al proprio destino in ogni cir-
costanza e la loro influenza su-
gli avvenimenti non poteva es-
sere che sottile e nascosta, come
quella del Vento che penetra nel-
le fessure e segue percorsi nasco-
sti e tortuosi per raggiungere la
sua meta.
Il simbolo grafico del Trigram-
ma Vento mostra una linea
Yin, debole, sovrastata da due li-
nee Yang, forti. Le immagini na-
turalistiche associate sono quin-
di quella del Vento, che, se non
può soffiare liberamente, si infila
in ogni anfratto trovando tutte le
vie possibili, o quella dell’Albe-
ro, che emette le proprie radice
nascoste sotto la terra penetran-
do in profondità. Ciò vuol dire
anche conoscere le influenze sot-
tili ed i misteri, infatti il nome
dell’Esagramma
Xun signifi-
ca, fra l’altro, divinazione ed of-
ferta sacrificale (di cibo).
I Segni Misti ribadiscono che : “Il
Penetrante è nascosto”. Le Sen-
tenze aggiunte precisano: “Il Pe-
netrante mostra come opera la
virtù. Mediante il Penetrante si
è in grado di ponderare le cose
e di rimanere nascosti. Mediante
il Penetrante si è in grado di te-
ner conto delle circostanze par-
ticolari.”
Il nome dell’Esagramma, le im-
magini che abbiamo esamina-
to ed i diversi temi proposti dal-
le linee indicano quindi: flessibi-
lità, mitezza, do-
cilità, sottomis-
sione, indeci-
sione, ma an-
che perseve-
ranza, trame
nascoste, capa-
cità di penetrare in
profondità, capacità di modella-
re e manipolare gli avvenimen-
ti, capacità di diffondere i propri
comandi.
Narra
Zhuang Zi
:
Il macellaio del principe Wen Hui
stava squartando un bue. Ogni col-
po vibrato dalla sua mano, ogni sol-
levamento della spalla, ogni movi-
mento del piede, ogni spinta del gi-
nocchio, il fruscio della carne taglia-
ta, il movimento del coltello, tutto
era perfettamente armonioso, come
la danza del Boschetto dei gelsi o la
musica Jing Shou.
“Ammirevole,” disse il principe,
“che la tua arte sia divenuta tanto
perfetta.”
Il macellaio depose il coltello e rispo-
se: “Ciò che mi sta a cuore è il Dao,
che va al di là dell’arte. All’inizio,
quando cominciai a squartare buoi,
tutto ciò che vedevo dinnanzi a me
era un bue intero. Dopo tre anni,
non vedevo più la massa del bue, ma
le singole parti. Adesso, non vedo
nulla con gli occhi. Tutto il mio es-
sere lavora, i sensi sono a riposo. La
percezione e la ragione si arrestano e
lo spirito si muove spontaneamente.
Seguendo i filamenti della carne, il
coltello scivola attraverso le fessure
nascoste, scorre attraverso le cavi-
tà del corpo, trova la via che già c’è.
Non taglio legamenti né tendini, per
non parlare di ossa o giunture.
Un buon macellaio cambia il suo
coltello ogni anno, perché taglia. Un
macellaio mediocre cambia il suo
coltello ogni mese, perché spacca.
Io uso questo coltello da diciannove
anni, ha macellato migliaia di buoi,
ma la lama è ancora affilata come
quando era nuovo. Ci sono intersti-
zi nelle giunture e il filo della lama
non ha spessore. Quando infili ciò
che non ha spessore in un intersti-
zio, c’è sempre spazio a sufficienza.
Capita tuttavia di incontrare giun-
ture difficili. Me ne rendo conto,
rallento, osservo attentamente, mi
muovo con cautela. La lama si muo-
ve appena, delicatamente, ed ecco
che la carne si apre e cade come una
zolla di terra. Allora ritraggo il col-
tello, mi fermo e assaporo la gioia del
lavoro compiuto. Pulisco la lama e
la ripongo nel suo astuccio.”
“Eccellente”, disse il principe. “Il mio
macellaio mi ha insegnato come colti-
vare l’energia vitale.”
(Zhuang Zi, III)
“Eccellente”, dice l’Operatore
Shiatsu. “Il macellaio del princi-
pe mi ha insegnato come coltiva-
re l’energia vitale (mia e del mio
ricevente)”. “Ora comprendo che
non devo premere, ma penetra-
re. Non devo né rompere, né ta-
gliare, ma trovare la via che c’è
già, scivolando attraverso le fes-
sure nascoste”.
Narra
Lie Zi:
Confucio stava contemplando la ca-
scata di Lü Liang. L’acqua precipi-
tava da duecento piedi d’altezza e
ribolliva schiumeggiando per molte
miglia. Pesci, tartarughe, coccodril-
li, salamandre non avrebbero potu-
to nuotare in quelle acque. Ma im-
provvisamente Confucio vide un
uomo in acqua.
Pensando che si trattasse di un
uomo che un grande dolore portava
a cercare la morte, Confucio chiamò
i suoi discepoli sulla riva per cerca-
re di ripescarlo. Ma qualche centi-
naio di passi più a valle l’uo-
mo uscì tranquillamente
dall’acqua, con i
capelli sciolti sul-
le spalle e can-
tando. Confucio
lo raggiunse e lo
interrogò: “Ho
creduto che tu
fossi uno spiri-
n. 40 - Giugno-Luglio 2013
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SPECIALE
XXIV CONVEGNO NAZIONALE
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